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Negli ultimi anni l’attenzione per l’ambiente e per i cambiamenti climatici è cresciuta tantissimo, tanto che la parola sostenibilità è sulla bocca di tutti. Fino a qualche anno fa la discussione era confinata tra ambientalisti ed esperti, ora ha rotto gli argini.
Non c’è progetto innovativo, comunicato aziendale, CDA, pubblicità, bando europeo o comunale che non inserisca elementi di sostenibilità. Se n’è accorta pure la politica, tanto che ora abbiamo anche un ministro dedicato, il ministro per la transizione ecologica.
È un passaggio fondamentale e necessario, non privo di rischi.
Il primo rischio è il rischio fuffa, il rischio di annacquare un tema fondamentale per il nostro futuro con propositi e obiettivi finti, trendy, alla moda, ma poco concreti.
Strettamente legato alla fuffa ma con conseguenze e gravità diverse, c’è il rischio greenwashing, l’ecologismo di facciata, la presentazione di azioni sostenibili per nascondere una realtà ben diversa.
Ma anche quando il tema è affrontato con le giuste modalità, la sostenibilità viene spesso approcciata ragionando solo sugli aspetti negativi.
Sostenibilità è rinunciare a comportamenti nocivi (inquinamento), ridurre consumi sbagliati (plastic free), curarsi dagli eccessi (detox) e così via.
Queste argomentazioni, pur rispettabilissime, non possono essere l’unico modo di affrontare il tema. Mi piace l’idea di attivare una comprensione (ed una narrazione) della sostenibilità che parta dai bisogni delle persone e dalle ragioni che muovono le loro scelte.
La sostenibilità nel mondo del turismo è già una realtà, ma c’è un divario marcato tra la percezione da parte degli ospiti, cresciuta tantissimo negli ultimi anni ed esplosa con la pandemia, e l’offerta di servizi adeguati. Chi ha provato a organizzare un viaggio “sostenibile” conosce la difficoltà.
L’offerta e la narrazione attuale di servizi turistici non sempre riesce a intercettare i bisogni degli ospiti. Ed è qui che un approccio sostenibile permette di fare la differenza: i servizi progettati in equilibrio con l’ecosistema (e quindi sostenibili) sono naturalmente vicini ai bisogni degli ospiti.
Dobbiamo smettere di pensare alla sostenibilità come un modo per salvare il pianeta ed usarla come strumento per progettare servizi migliori per i nostri ospiti.
Di seguito un gioco, l’alfabeto della sostenibilità, che mira ad individuare alcune parole chiave fuori dalla narrazione standard ma alla base della costruzione di un’offerta turistica di successo.
La parola Armonia nasce in ambito musicale e indica un insieme di suoni che stanno bene assieme e sono piacevoli all’udito. In termine esteso indica proporzione, equilibrio, accordo… [leggi tutto]
La bicicletta è il simbolo della mobilità sostenibile. Le città che hanno progettato modalità di spostamento e flussi alternativi alle auto non hanno solo investito nella possibilità di muoversi in città in maniera pulita, ma hanno anche migliorato la vivibilità delle città stesse, decongestionando centri e periferie dal traffico e creando nuovi spazi di aggregazione. [leggi tutto]
La pandemia ha ingigantito l’importanza del rapporto di fiducia tra ospite ed oste. Sono nati nuovi bisogni e nuove attenzioni e man mano che, anche in viaggio, valori come sicurezza e tranquillità hanno assunto un ruolo fondamentale è divenuto più rilevante potersi fidare di chi ci ospita. [leggi tutto]
C’è un aspetto della narrazione sul turismo sostenibile che proprio non mi convince, ed è il fatto che sostenibilità significhi in qualche modo rinuncia.
Io penso sia il contrario, e penso che una delle ragioni per orientarsi alla sostenibilità sia la possibilità di offrire agli ospiti attività soddisfacenti e coinvolgenti e, perché no, divertenti. [leggi tutto]
Quella di oggi è la mia preferita: E come Equilibrio.
Tutte le attività legate al turismo sostenibile girano attorno al concetto di equilibrio, alla necessità che l’azione sul territorio non alteri le condizioni esistenti. Parliamo di un equilibrio dinamico, in cui le cose cambiano, non sono immutate e cristallizzate nel tempo, ma le trasformazioni sono (generalmente) lente e permettono all’intero ecosistema di modificarsi contestualmente. [leggi tutto]
L’essenza della sostenibilità nel turismo sta tutta nella capacità di pensare e organizzare un’offerta senza compromettere le condizioni per poterla ripetere, uguale o migliore, anche fra dieci, venti o cento anni. [leggi tutto]
La storia di Greta Thunberg è una storia strana: a quindici anni decide di scioperare a scuola per protestare contro l’inerzia del suo governo nel contrasto al cambiamento climatico, la protesta diventa globale, porta in piazza centinaia di migliaia di persone tanto che lei diventa l’icona ed il simbolo di una intera generazione. [leggi tutto]
Non si può parlare di turismo se non si parla di ospitalità, e non si può parlare di ospitalità senza pensare agli hotel.
Il mondo dell’ospitalità è cambiato tantissimo negli ultimi anni, la trasformazione nelle modalità di viaggio, la ricerca di un turismo legato ai territori, i nuovi approcci di esplorazione e approfondimento hanno portato allo sviluppo di forme di accoglienza diverse da quelle tradizionali, anche grazie allo sviluppo di piattaforme digitali che hanno saputo interpretare i nuovi bisogni dei viaggiatori. [leggi tutto]
Un classico luogo comune riguarda il fatto che un approccio sostenibile debba essere rivolto al passato, che essere sostenibili significhi necessariamente tornare ad un mondo che non c’è più, rinnegando lo sviluppo dei tempi recenti. [leggi tutto]
E chi le conosce(va) le unità di misura dell’energia? Che differenza c’è tra kW e kWh? E il gas, come si misura? E soprattutto, a chi importa(va) qualcosa? Prima della crisi energetica del 2022, il costo dell’energia non è mai stato un fattore determinante nell’economia di una impresa turistica. [leggi tutto]
Vista dagli occhi degli ospiti, la sostenibilità è diversa da come viene normalmente rappresentata. Se è vero che la scelta di un viaggio dipende sempre più anche da elementi valoriali, resta il fatto che le ragioni di un viaggio sono sempre legate agli aspetti esperienziali, di conoscenza, relax o quant’altro ci porti a decidere di visitare una territorio. [leggi tutto]
L’impatto forse più importante del turismo in termini di (in)sostenibilità è legato al tema della mobilità. Spostarsi costa, in termini energetici, di inquinamento, di produzione di gas climalteranti e tante, tantissimi altri aspetti. [leggi tutto]
Non serve certo l’alfabeto della sostenibilità per scoprire che natura e sostenibilità sono strettamente correlati, e che lo sviluppo di servizi sostenibili trovi una evidente efficacia laddove l’esperienza turistica implica una componente legata alla natura. [leggi tutto]
La crescita del turismo outdoor è progressiva e costante da tanti anni e sta vivendo, nel periodo post pandemico, un’ulteriore fase di espansione. Le ragioni per questa continua progressione sono tante, tutte almeno in parte influenzate dal profondo cambio dei bisogni e delle attenzioni degli ospiti avvenuto negli ultimi anni. [leggi tutto]
La prima cosa che ho pensato per la lettera P è stata ovvia: pannelli fotovoltaici.
Sarà un po’ per la incredibile crisi energetica che stiamo vivendo, sarà perché ci ho messo cinque anni per riuscire a installarli sul mio tetto condominiale, ed ora ne sono tanto orgoglioso (oltre che felice per avere un bilancio energetico positivo, in tempi di bollette folli), che mi pareva l’argomento ovvio. [leggi tutto]
L’adozione di una strategia sostenibile si sviluppa su diversi piani, dall’identificazione del proprio bagaglio valoriale al lavoro sul prodotto, dal coinvolgimento dei collaboratori e delle comunità locali alla creazione di servizi per prendersi cura degli ospiti. Una strategia articolata che si sviluppa in maniera organica su tutti gli ambiti di azione di un operatore turistico, chiamato quindi a investire sia dal punto di vista progettuale che economico. [leggi tutto]
Rigenerazione, riposo, riuso, riciclo, tante sono le parole che avrei potuto usare per la lettera R dell’alfabeto della sosteniblità, e sarebbero state tutte più che giuste. Voglio però usare una parola più difficile, che sta al centro della strategia valoriale di molte aziende ma che poi, spesso, fatica a concretizzarsi nelle attività quotidiane, a passare dalla strategia alla pratica. [leggi tutto]
Ogni volta che vedo una manifestazione dei ragazzi del #Fridaysforfuture che sfilano per le strade delle città del mondo, penso alla parola speranza. Sono interessanti, questi ragazzi, negli occhi hanno una volontà di non arrendersi, di non accettare un futuro che pare già scritto, e che non sorride loro. [leggi tutto]
Se pensiamo a come si viaggiava dieci, venti o trent’anni fa capiamo immediatamente quanto sia stata significativa la trasformazione del mondo del turismo. Una serie di fattori ha innescato un cambiamento radicale e continuo che ha coinvolto non solo il modo di organizzare e prenotare un viaggio (oggi ormai dominato dal digitale), ma anche di viverlo, basti pensare alla rivoluzione dei servizi di ospitalità (una volta limitati alla sola offerta alberghiera) o allo sviluppo dei nuovi turismi (esperienziale, trasformativo …). In questo contesto si deve leggere anche la svolta del turismo responsabile, del turismo attento a 360° agli impatti che comporta, ed in grado di far crescere non solo le imprenditorialità singole ma le comunità i territori e che le ospitano. [leggi tutto]
In un mercato super competitivo, sviluppare elementi di unicità rappresenta l’unica alternativa a cadere vittima della guerra dei prezzi. Estremizzando (e semplificando) un po’, possiamo dire che il mercato si sta polarizzando:
“Non conta che cosa fate, ma perché lo fate” è il cuore di un famoso libro di marketing, “Start with why” di Simon Sinek. Il libro si focalizza sugli aspetti di marketing, enfatizzando la capacità di alcune aziende di valorizzare al meglio il proprio prodotto puntando non tanto (o perlomeno, non solo) su cosa si produce o su come lo si produce, ma focalizzando l’attenzione sul “perché”, sulle ragioni che sono alla base: in poche parole, sui valori da cui parte l’azione imprenditoriale. [leggi tutto]
La generazione X è la generazione che raggruppa i nati tra il 1965 e il 1980, è la mia generazione.
I quarantenni e cinquantenni di oggi insomma, una generazione che, almeno nella parte ricca del pianeta, ha vissuto una fase di grande prosperità e sviluppo, che hanno portato però anche alla situazione attuale in termini di degrado e di inquinamento, fenomeni che ci stanno facendo vivere la crisi climatica più grave della storia dell’uomo. [leggi tutto]
Tra i tanti trend emersi nella fase post-pandemica, uno dei più significativi è legato ad una nuova attenzione verso le tematiche della salute, intesa non più solamente per gli aspetti fisici ma estesa anche alla salute mentale ed ai temi dell’equilibrio (corpo – mente, vita – lavoro, ecc.). [leggi tutto]
Benessere e turismo vanno a braccetto, da sempre. Viaggiare, andare in vacanza, trascorrere del tempo via da casa sono tutte attività in cui andiamo alla ricerca di “stare bene”, dando risposta ai nostri bisogni e appagando i nostri interessi. Nel turismo però, negli ultimi 30/40 anni, la parola benessere ha assunto un indirizzo molto specifico, legato al mondo delle SPA, il wellness è diventato rilassarsi nel mondo delle saune, dell’acqua e dei trattamenti. [leggi tutto]
Quando si parla di benessere, di ritrovare serenità e tranquillità con se stessi e con gli altri, uno degli aspetti più rilevanti è legato al riposo. Troppe persone dormono poco e male, presi da ritmi e routine sbagliate, senza dare la giusta priorità ad un aspetto che, nel bene e nel male, è in grado di cambiare la qualità della nostra quotidianità: il riposo. [leggi tutto]