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La storia di Greta Thunberg è una storia strana: a quindici anni decide di scioperare a scuola per protestare contro l’inerzia del suo governo nel contrasto al cambiamento climatico, la protesta diventa globale, porta in piazza centinaia di migliaia di persone tanto che lei diventa l’icona ed il simbolo di una intera generazione.
Questo percorso fuori dall’ordinario ci dice tante cose. Ci dice che la sensibilità per il disastro climatico è cresciuta ed ha trovato una valvola di sfogo, un testimonial, un esempio su cui appoggiare il malcontento. La protesta è nata tra i giovani ed i giovanissimi, una generazione dimenticata dalla classe politica, dai media, dalle altre generazioni. Una generazione senza potere ma con tanta voglia di reclamare un ruolo, un futuro.
Greta Thunberg ha dato lo stimolo a tanti giovani per mettere in discussione scelte consolidate, sul consumo critico, sulle scelte alimentari, sulle forme di mobilità e tanto altro, scatenando una richiesta finora inascoltata: restituiteci il nostro futuro.
Greta può piacere o meno, salvare il futuro delle nuove generazioni dovrebbe invece piacere a tutti.
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