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Rigenerazione, riposo, riuso, riciclo, tante sono le parole che avrei potuto usare per la lettera R dell’alfabeto della sosteniblità, e sarebbero state tutte più che giuste. Voglio però usare una parola più difficile, che sta al centro della strategia valoriale di molte aziende ma che poi, spesso, fatica a concretizzarsi nelle attività quotidiane, a passare dalla strategia alla pratica.
La definizione di rispetto della Treccani occupa una intera pagina, la parte principale recita: “Sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso una persona”. Estendendo il concetto non solo alle persone, ma al contesto in cui siamo immersi, si capisce bene quanto il tema del rispetto sia centrale in una strategia di sviluppo sostenibile. In particolare a me piace il riferimento al “riguardo”, che significa chiedersi l’impatto, il costo, cosa comporteranno le nostre azioni per l’altro, persona o ambiente che sia.
Ma anche la deferenza, perché dovremmo averne un po’ di più, dovremmo avere il coraggio di considerare l’ambiente e il contesto che ci ospita con un atteggiamento di maggiore riverenza, vedendo l’impatto complessivo delle nostre azioni, distribuito nello spazio, nel tempo, nelle persone tutte che in qualche modo contribuiscono al successo delle nostre attività.
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