In attesa di viaggiare, faccio il turista di prossimità
Dovrei fare un viaggio, tra un mese. Complice il concerto di una delle mie band preferite, abbiamo da qualche mese organizzato una fuga a Stoccolma.
Poi è arrivato il Covid e il concerto è stato annullato. Tutto il resto è prenotato, ed è ovviamente in bilico. Ci abbiamo riflettuto e ragionato, ed abbiamo deciso che, se ci saranno le condizioni minime di sicurezza, faremo il nostro viaggio.
Ragionare concretamente sulla organizzazione di un viaggio in questi tempi di grande incertezza è molto interessante, perché ti fa percepire quanto complicato sia, nella realtà, viaggiare per davvero.
Le indagini di mercato dicono che le intenzioni di viaggio sono rimaste alte. Ma al di là delle intenzioni, si riesce a viaggiare davvero?
Dal Garda mi dicono che, malgrado i teorici divieti, i primi tedeschi stanno arrivando. Vanno nelle seconde case, nascondono l’auto in garage e si muovono in bici, sfoderando quel poco di italiano che hanno imparato in decenni di frequentazioni. Quando decideranno di togliere il calzino da sotto il sandalo, potranno avere qualche speranza di mimetizzarsi.
E noi, riusciremo a viaggiare?
Per entrare in Svezia, l’ingresso degli stranieri è vietato fino al 15 giugno. Buon segno o cattivo segno? È una situazione in continua evoluzione, a poco più di un mese dal viaggio non abbiamo alcuna certezza.
La compagnia aerea è Easyjet. Ad oggi, 21 maggio, non sappiamo se potremo volare, e non lo sapremo ancora per un po’.
Se non cambia niente, avremo la conferma la settimana prima di partire. Non esattamente il massimo.
L’hotel è aperto e funzionante. La presentazione attuale dell’hotel su Booking.com sembra venire da un’altra epoca:
“Al mattino viene allestito un delizioso buffet nella sala colazioni al 6° piano, che regala una vista sul centro di Stoccolma, mentre la sera presso il bar della hall potrete gustare diversi drink e spuntini…”
Se però li contatti, cambia tutto.
Io ho fatto il turista preoccupato:
“Hello, could you please send me instructions on how you are managing the COVID-19 pandemia? I’d like to know how you manage the OMS indications in terms of social distancing, how you manage sanification, how long you leave a room empty before to host another guest, if the breakfast has a buffet as mentioned in your service description and everything that could keep us safe while staying at your property. Thanks in advance. Sergio”
La risposta è totalmente diversa da quanto pubblicato online:
“Dear Sergio,
Due to the current situation we would like to inform you how we are handling this at Hotel […]. Our greatest priority is that our guests and team members feel safe and secure at our hotels. We are following the guidelines issued by the local authorities. We have reviewed our already detailed cleaning and food-handling routines and are now taking extra precautions.
- We are carefully following the development of the recommendations issued by The Public Health Agency of Sweden and are updating our procedures accordingly.
- We have implemented extra disinfecting and cleaning routines in common areas such as elevators, handles, handrails, etc.
- Our regular breakfast buffet is mainly served via table service
- We replace serving dishes and utensils more often
- We offer hand sanitizer in all public areas and in all public restrooms.
- We encourage all guests and staff members to take adequate precautions with regards to their hand hygiene.
- There is general information to all travelers from The Public Health Agency of Sweden in all hotel rooms.
- We have only table service in the bar and restaurant
Best regards, […] Front desk”
A me mette un po’ di ansia, ma vista la domanda ipocondriaca la risposta è perfetta. Magari potrebbero trovare un giusto mezzo, e pubblicarlo anche online.
La morale che ne traggo è che ad oggi le intenzioni di viaggio sono una cosa, la possibilità di viaggiare è tutt’altro. Semplificare questi passaggi, fare chiarezza, rendere trasparenti possibilità e limiti della prossima estate saranno fattori decisivi. Per quanto sia evidente che questa estate sarà una estate “sospesa” e che tantissime persone, anche quelle abituate a prenotare per tempo, cambieranno le loro attitudini attendendo più del solito, prima si riuscirà a garantire certezze (nel bene e nel male), meglio si coglieranno le opportunità.
La fase-2 ci sta portando ad uscire, a riprenderci un pezzo di vita che avevamo temporaneamente messo da parte. L’estate incombe, le temperature salgono, la voglia di vacanza cresce. Non è semplice per gli operatori del settore fare valutazioni che comportano rischi, coinvolgono persone, richiedono investimenti, ed è evidente che non ci sono ancora tutte le condizioni per avere il controllo della situazione. Stiamo imparando a muoverci in condizioni di incertezza, ed anche a prendere decisioni basandoci su elementi molto più aleatori di quanto non fossimo abituati in passato.
Molti hotel malgrado l’incertezza hanno già deciso di aprire, faticano però a comunicare con coerenza. Se questa indecisione viene trasmessa anche al potenziale ospite, difficilmente deciderà di avvicinarsi, di approfondire, di prendere in considerazione l’idea del viaggio.
Il servizio offerto quest’anno sarà radicalmente diverso da quello degli anni precedenti: i siti vanno aggiornati, i clienti vanno informati. Sarà un modo per togliere ai viaggiatori indecisi un alibi per non prenotare, ed un modo per cominciare a intercettare il viaggiatore del 2020: spaventato e indeciso.