Ancora oggi non è scontato per tutti che la progettazione di un servizio digitale deve assolutamente partire dall’esperienza in mobilità.
“Mobile first”, “Mobile only”, “Focus on mobile”… gli slogan si sprecano. Per me significa semplicemente pensare i servizi nelle stesse condizioni in cui verranno utilizzati: quasi sempre dentro uno smartphone.
Quando ripenso al 2009 ed alla fase in cui abbiamo cominciato a chiederci come trasformare visittrentino per renderlo compatibile con un utilizzo in mobilità, sorrido. In quegli anni il numero di accessi in mobilità al nostro visittrentino erano poco più di un’eccezione. Il web di allora non era pronto, le tecnologie responsive che conosciamo ora non esistevano e capire la direzione da cogliere era tutt’altro che banale.
Io sorrido perché non sapevamo minimamente a cosa saremmo andati incontro, men che meno a come sarebbe stata la transizione. Una cosa solo avevamo in testa: la rivoluzione mobile era iniziata, eravamo in ballo e si doveva ballare, a pena di restare esclusi.
La nostra prima app fu un esperimento, riuscitissimo.
Una soluzione verticale dedicata ad una nicchia, per quanto importante come gli sciatori top, nell’idea che il mercato fosse tutto da conquistare e che si dovesse fare un passo alla volta.
Seguirono la tourist guide e la guida per le escursioni outdoor, per valorizzare le esperienze di vacanza attiva all’aperto che caratterizzano l’offerta turistica trentina.
Abbiamo fatto tanti esperimenti e qualche sacrosanto errore. Abbiamo colto qualche opportunità e qualcuna l’abbiamo persa. Erano anni di grandi trasformazioni. L’avvento dei social network e lo spostamento verso la mobilità stavano cambiando l’approccio ai servizi digitali, e non saremmo più tornati indietro. La rivoluzione mobile ha cambiato radicalmente tutto, anche visittrentino, svariate volte. Cercare di stare al passo