Piano editoriale è un concetto difficile, soprattutto nel mondo del turismo.
Evoca complessità e allontana la maggior parte degli operatori, spesso alla ricerca di semplicità. Forse per la sua origine da un mondo estraneo, quello della stampa e delle case editrici, forse perché troppo spesso viene approcciato in maniera rigida e settoriale, troppo spesso al piano editoriale è associato un immaginario negativo, di attività insostenibile nel lungo periodo.
Ma non ci si può scappare: una comunicazione efficace passa per una pianificazione dei contenuti che verranno proposti sui diversi canali di comunicazione.
Se approcciata nel modo corretto, è più semplice di quanto non si pensi, a patto di prendere in considerazione i tre passi fondamentali.
Ci sono tecniche e strumenti consolidati per impostare queste attività, dalla tecnica delle user personas all’utilizzo delle mappe concettuali. Può essere un lavoro articolato, ma può anche richiedere solo qualche mezza giornata di riflessione ed approfondimento.
La narrazione territoriale ed il piano editoriale sono strettamente legati, e volte basta poco per indirizzare un progetto. Identificare gli obiettivi, i messaggi e gli interlocutori della destinazione permette di approcciare la comunicazione in maniera efficace. Ogni passaggio permette di chiarire gli elementi centrali dell’azione di comunicazione, e dell’impatto sul territorio. Il piano editoriale migliora la narrazione territoriale.