Per un museo essere presente sui media digitali vuol dire essere sempre aperto e sempre a disposizione. E significa garantire un’offerta di contenuti e servizi in un contesto in continua trasformazione.
Il cambiamento radicale del comportamento delle persone nei loro percorsi di accesso all’offerta culturale è un problema per molti musei, incapaci di tenere il passo con la trasformazione in atto. Se da una parte la produzione culturale di molti musei si aggiorna continuamente, non sempre accade lo stesso per i piani editoriali digitali. Eppure sarebbe fondamentale, per un museo, progettare e sviluppare la propria presenza online con la stessa attenzione riservata alla progettazione di una visita fisica.
Questo non vale solo per il sito, ma anche per i social media, per le mappe, per gli itinerari e le guide, per l’interazione con i racconti dei visitatori, e per la relazione con la presenza digitale degli artisti, dei curatori, dei giornalisti e dei decisori.
Non si tratta solo di modificare i contenuti sul sito. Si tratta di comprendere la trasformazione delle esigenze e dei comportamenti e di progettare risposte adeguate.
Le soluzioni non sono le stesse per tutti i musei, ovviamente.
In alcuni casi appare evidente la necessità di dotarsi di una strategia digitale complessiva, capace di mettere ordine e dare le giuste priorità alle varie attività. Altre volte può bastare attivare un piano editoriale per fare in modo che la comunicazione sui media digitali sia coerente con l’azione del museo.
Anche la tecnologia ha il suo peso, sottovalutato in certi casi, sovrastimato in altri. La tecnologia è uno strumento, è utile o meno in funzione degli obiettivi posti. A volte serve a sperimentare, la maggior parte delle volte rappresenta però quella componente in grado di mantenere il museo sempre presente nelle vite dei suoi visitatori, anche quando questi sono altrove; una presenza che porta arte, cultura, riflessione, curiosità ed esperienza in tutto il mondo, nelle tasche e nelle teste delle persone.
Non è semplice, per un museo, cambiare l’ordine delle cose. Ma non è detto che serva fare una rivoluzione, anzi. Personalmente mi occupo di strategie complessive a livello di sistema, come quando ho avuto l’opportunità di coadiuvare la segreteria della Direzione Generale Musei del Mibac nel governo del tavolo di redazione del Piano Triennale per la Digitalizzazione e l’Innovazione dei Musei Italiani.
Ma anche di percorsi di accompagnamento all’evoluzione digitale, lavorando in affiancamento per migliorare puntualmente la situazione attuale. Oppure scrivendo i capitolati tecnici, nel caso ci sia la disponibilità di finanziamento di qualche attività tecnologica.